di Maria Paola Costantini
Nella tornata di gennaio 2021 il Parlamento europeo dovrebbe discutere la relazione annuale dell’UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo. L’ultima relazione annuale, approvata dal Consiglio nel giugno del 2020, sottolinea il ruolo guida svolto dall’UE nella promozione dei diritti umani e della democrazia nel 2019, mettendo in evidenza un aumento dei discorsi di odio, della discriminazione e della violenza nei confronti di minoranze etniche o religiose, delle donne, dei minori e delle persone LGBTI.
A novembre 2020, la Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere ha inviato un Parere alla Commissione per gli affari esteri sui diritti umani e la democrazia nel mondo, invitando la Commissione di inserire, nel suo nuovo piano d’azione dell’UE per i diritti umani e nella Relazione la necessità urgente di adottare misure e piani concreti contro la violenza di genere, contro le discriminazioni, contro l’emarginazione di gruppi e individui, di minoranze etniche, delle donne LGBTQ, delle donne rifugiate e migranti nonché contro la tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale. Nel Parere è inoltre evidenziata la necessità di tutelare la libertà e i diritti sessuali e riproduttivi, con l’invito rivolto alla Commissione e agli stati membri di respingere qualsiasi ulteriore tentativo di fare passi indietro rispetto ai risultati ottenuti nei diritti umani delle donne, nell’uguaglianza e nel diritto delle donne all’autodeterminazione e al pieno controllo del proprio corpo.
In tale quadro, si situa la bocciatura avvenuta il 21 gennaio 2020 da parte della maggioranza del Parlamento europeo di un emendamento alla Relazione annuale con cui si intendeva condannare la maternità surrogata, in quanto “reato universale che compromette l’integrità fisica delle donne e i diritti del bambino, aumentando lo sfruttamento commerciale del corpo delle donne e riducendo la persona a una merce”. L’emendamento, è stato bocciato con 429 no, 142 sì e 87 astenuti.