di Antonietta Confalonieri
“Tutti i grandi sono stati bambini, una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)” (Antoine De Saint-Exupery)
Novembre è stato un mese in cui ogni adulto – volendo – ha potuto cogliere la fragilità del mondo dei bambini, fatto di diritti enunciati e di diritti negati.
Il panorama delle notizie di cronaca è davvero vasto e coinvolge la vita reale e quella virtuale: dalla tragedia del bimbo di un anno morto assiderato nella foresta al confine con la Polonia a quella della richiesta di censurare la serie Tv “Squid Game” considerata pericolosa da migliaia di genitori. Squid game, infatti, ha avuto un successo enorme tra i giovani, che hanno deciso di riprodurla nella vita reale ed in particolare a scuola, con conseguenti atti di violenze e di bullismo o di esclusione dal gruppo.
Una quotidianità in cui si inserisce, il 20 novembre, la celebrazione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini. Dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959) e dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) l’enunciazione dei 10 diritti fondamentali dei bambini: il diritto a giocare e a non lavorare, ad avere una casa ed una famiglia, alla salute e alla alimentazione, all’uguaglianza all’educazione ed infine ad esprimere la propria opinione.
Nella realtà, invece, la negazione dei diritti è evidente: la malnutrizione, la chiusura delle scuole, il lavoro minorile, i matrimoni precoci e forzati. Index 2021 di WeWorld sottolinea come la crisi climatica (con inondazioni, deforestazione, inquinamento idrico ed atmosferico, siccità) incida negativamente sui diritti dei minori in particolare sul diritto alla salute. In una condizione di vulnerabilità ambientale, i bambini sono maggiormente esposti al rischio di subire violenze, sono più facilmente vittime di sfruttamento, devono rinunciare alla scuola, soffrono di disturbi mentali e sono costretti alla migrazione.
La pandemia ha coinvolto gravemente i bambini privandoli soprattutto della scuola, con gravi ricadute sull’inclusione dei minori dal punto di vista dell’istruzione. “L’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia IL FUTURO E’ GIA’ QUI “, redatto da SAVE THE CHIDREN presenta nei dettagli la situazione italiana.
D’altro canto, la pandemia ha velocizzato lo sviluppo della tecnologia e il suo utilizzo anche da parte dei giovanissimi. Da qui, l’’attenzione alla tutela dei minori in rete che ha portato all’ aggiornamento della Raccomandazione sulla protezione dei bambini su internet adottata dal Consiglio OECD il 16.2.2012. Il nuovo testo contenuto nella Raccomandazione del Consiglio OCDE sui bambini nell’ambiente digitale, è stato presentato ufficialmente a Parigi il 18 novembre 2021.
L’ambiente digitale è stato, in effetti, riconosciuto come essenziale nella quotidianità dei bambini. Le recenti statistiche dimostrano che la percentuale dei giovani che accedono alla tecnologia è cresciuta in modo esponenziale; attraverso il digitale si accede a nuovi canali per l’educazione, a spazi di creatività e modi di interazioni sociali, però la rete presenta seri rischi, quali ad esempio, cyberbullismo, sextortion e violazioni della privacy.
Il nuovo testo della Raccomandazione OCDE vuole offrire un aiuto ai Governi per realizzare azioni efficaci a garantire un ambiente digitale sicuro e vantaggioso per i bambini, per assicurare un equilibrio delicato tra il concretizzarsi delle opportunità che vengono offerte dal digitale e la protezione contro i rischi connessi al suo utilizzo.
La presentazione è stata l’occasione per discutere con le parti interessate gli sviluppi e le migliori pratiche politiche; inoltre ha offerto un focus su due questioni chiave della Raccomandazione: la prima concerne la privacy e i dati online dei minori; mentre la seconda riguarda il ruolo delle parti interessate per garantire un ambiente digitale sicuro e vantaggioso per i bambini.
Per il testo della Raccomandazione v. il sito