di Emilio Robotti
Il caso riguarda il reindirizzamento del traffico verso le abitazioni dei ricorrenti durante la costruzione di un’autostrada e i tentativi senza successo dei residenti di rettificare la situazione tramite il ricorso alle autorità.
La deviazione del traffico verso la zona dove erano situate le abitazioni dei ricorrenti e la mancanza di una risposta adeguata da parte delle autorità avevano danneggiato il loro diritto al pacifico godimento della propria casa, secondo alcuni cittadini polacchi che hanno proposto ricorso alla Corte di Strasburgo, dopo aver esaurito i mezzi di ricorso interni.
La Corte ha ribadito che la Convenzione tutela il diritto individuale a godere tranquillamente della propria abitazione.
Secondo la Corte, nonostante non sia previsto alcun diritto esplicito nella Convenzione a un ambiente pulito e tranquillo, nel quale un individuo non sia direttamente e gravemente colpito da gravi danni ambientali come il rumore o altro inquinamento, può tuttavia in tali casi esistere un contrasto con l’art. 8 CEDU.
La Corte ha preso atto che il tribunale regionale polacco adito dai ricorrenti aveva accertato che i livelli di rumore erano andati oltre le norme di legge, considerando che le problematiche denunciate dai cittadini avrebbero potuto essere evitate se le autorità fossero state più diligenti nell’esecuzione dei loro piani di gestione della circolazione stradale.
In particolare, le autorità non avevano tenuto conto delle obiezioni del sindaco di Stryków, né avevano considerato le relazioni degli esperti che segnalavano l’impatto dell’aumento del traffico nel nodo stradale vicino alle abitazioni dei residenti locali, perseguendo esclusivamente il fine della costruzione dell’autostrada.
La Corte ha constatato che il transito deviato per la costruzione della nuova autostrada costituiva gran parte dell’aumento del traffico nella zona dove risiedevano i ricorrenti, soprattutto di notte.
La Corte non ha accolto l’obiezione del governo polacco sull’asserita imprevedibilità dell’aumento di traffico, constatando, invece, che le autorità avevano consapevolmente ignorato il problema dal 1996 e avevano continuato a sviluppare il progetto autostradale con totale disprezzo per il benessere dei residenti locali, ignorando ogni obiezione presentata alla realizzazione del nodo stradale temporaneo per la costruzione della nuova autostrada.
Secondo la Corte EDU, le autorità avevano affrontato scelte difficili nella gestione della costruzione dell’autostrada e avevano fatto qualche tentativo di affrontare i problemi. Tuttavia, i loro tentativi non avevano avuto alcun effetto perché, per vari motivi, il nodo autostradale vicino alle abitazioni dei ricorrenti era rimasto una scelta preferita per molti automobilisti, senza che su questo vi fosse alcun intervento concreto.
Di conseguenza, lo Stato polacco aveva quindi effettivamente privilegiato i conducenti rispetto ai residenti.
Nel complesso, la Corte ha constatato che il reindirizzamento del traffico verso le case dei ricorrenti e la mancanza di una risposta adeguata da parte delle autorità avevano danneggiato il pacifico godimento della loro casa, portando così a una violazione dell’articolo 8 della Convenzione. La Corte ha anche riconosciuto a ciascuno dei ricorrenti una somma a titolo di equa soddisfazione per il danno non patrimoniale sofferto e per i costi e le spese del giudizio.