di Valentina De Giorgio
Con un comunicato pubblicato in data 27 settembre 2023, l’ufficio stampa della Corte costituzionale ha reso nota la decisione della Consulta che permetterà di procedere nei confronti degli agenti egiziani accusati di aver sequestrato e ucciso Giulio Regeni.
Con una sentenza che verrà depositata nelle prossime settimane, la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, così come modificato dalla riforma Cartabia, nella parte in cui non permette al giudice di procedere in assenza per delitti commessi mediante atti di tortura, così come definiti dalla Convenzione di New York contro la tortura del 1984, in quei casi in cui lo Stato di appartenenza dell’imputato si rifiuti di collaborare, rendendo impossibile ottenere la prova che l’imputato sia effettivamente a conoscenza del processo pendente a suo carico.
Questa disposizione è stata strumentalizzata per anni da parte del governo egiziano, che non ha comunicato gli indirizzi degli agenti accusati, i quali risultano irreperibili. Il processo a loro carico si era dunque arenato.
Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, assieme alla loro avvocata, Alessandra Ballerini, non hanno mai smesso di chiedere giustizia per l’omicidio del ragazzo. A distanza di quasi sette anni dalla sua scomparsa, la Corte costituzionale è riuscita a sbloccare il processo: finalmente si inizia ad intravedere uno spiraglio di luce per la famiglia del giovane ricercatore, oggi un passo più vicina ad ottenere la verità sulla sua morte.