di Antonietta Confalonieri

La Corte di giustizia europea, si è pronunciata il 2 marzo 2021 nella causa C-746/18, aggiungendo così un nuovo episodio nella serie di interpretazioni giurisprudenziali sul rapporto tra esigenze investigative e protezione dei dati personali.

La Corte riafferma la precedente posizione del mese ottobre 2020 sul tema del bilanciamento che ogni democrazia deve garantire tra sicurezza (cui l’accertamento dei reati è indubbiamente funzionale) e diritti individuali.

La sentenza mette in evidenza la inadeguatezza del sistema processuale italiano.

Il testo della sentenza