L’Unione forense per la tutela dei diritti umani esprime profonda solidarietà al popolo afgano in queste ore così drammatiche.
La nostra associazione, che da oltre 50 anni opera a presidio dell’universalità dei diritti umani, è sinceramente preoccupata per il grave pericolo di vita in cui incorre il popolo afgano e per la soppressione dei diritti umani più basilari.
In particolare, riteniamo fondamentale focalizzare l’attenzione degli Stati sulla urgente necessità di far convergere tutti gli sforzi possibili nella tutela dei diritti fondamentali di donne, bambini e soggetti vulnerabili, che certamente incontrano maggiori difficoltà in queste drammatiche ore.
Nella qualità di associazione giuristi, a carattere internazionale, invochiamo:
- la garanzia degli obblighi internazionali, assunti a tutela dei diritti umani dagli Stati che hanno aderito al sistema onusiano di protezione dei diritti fondamentali e dagli Stati parte alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo
- la garanzia della protezione internazionale per i richiedenti asilo afgani, in conformità della Convenzione di Ginevra del 1951, della Carta europea dei diritti fondamentali e delle singole Costituzioni nazionali
- il rispetto del divieto di respingimento verso l’Afghanistan, in conformità’ dell’art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, dell’articolo 4 del quarto Protocollo annesso alla Convenzione Europea dei diritti umani e dell’art. 19 della Carta Europea dei diritti fondamentali
- un coordinamento europeo, in forza dell’articolo 78.3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e delle disposizioni europee vigenti in materia d’interventi d’emergenza nel caso di “afflusso massivo” di profughi, come, ad esempio, la vigente Direttiva “Protezione temporanea” 2001/55/CE, da attivare ad iniziativa di uno o più Stati membri U.E
- l’adeguamento (anche temporaneo e per via amministrativa) dell’art. 25 del “Regolamento Visti” dell’Unione Europea – Reg. n. 810/2009, semplificando le procedure di rilascio dei visti a fini umanitari e prevedendo il rilascio degli stessi nelle sedi diplomatiche dei Paesi U.E. in prossimità della regione afgana e l’adeguamento (anche temporaneo) del Regolamento di Dublino 604/13 alla situazione di emergenza attuale (così come già previsto dalla Corte di Giustizia U.E. nei casi congiunti C-643/15, C-647/15, confermati dalla successiva sentenza sui casi congiunti C-715/17, C-718/17, C-719/17).
In conclusione, ribadiamo l’esigenza imminente ed urgente di preservare i principi posti a fondamento dello Stato di diritto.