di Francesca Toppetti
Il 15 maggio di ogni anno ricorre la “Giornata Internazionale della Famiglia”, proclamata dall’assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1994, per la tutela e la valorizzazione (seguendo la definizione dell’ONU) del fondamentale gruppo sociale, nonché ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri.
Il tema scelto dalle Nazioni Unite per l’edizione 2021 è centrato sugli effetti delle nuove tecnologie sull’equilibrio familiare, considerato che l’esperienza del lockdown e delle limitazioni della vita sociale, scolastica e comunicativa fuori dalle mura domestiche hanno messo in luce il rilievo delle potenzialità enormi legate alla digitalizzazione ed al tempo stesso le criticità per la sua corretta declinazione in ambito familiare.
Un nuovo volto di famiglia, chiamato a dipanarsi con l’esigenza di acquisire le necessarie capacità di connessione tecnologica e la conseguente necessità di installazione, anche in casa, di reti telematiche e devices efficienti.
Alla fine del XX secolo in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo delle Nazioni Unite si scriveva che “la famiglia brilla come un segno di speranza in un mondo, che ha decisamente bisogno di imparare nuovamente ad amare” e la prolungata interruzione dell’ordinarietà della vita quotidiana determinata dalla pandemia ha sicuramente messo alla prova la tenuta e la resistenza di molti nuclei familiari, facendo sbocciare in molti casi un rinnovato piacere di condividere la quotidianità e la riscoperta del valore dello stare insieme, ma favorendo, invece, in tanti altri casi la maturazione di conflitti latenti, prima sopiti sotto la cenere della frenesia legata alla percezione dell’ambiente domestico come un hub aeroportuale, in cui andare e venire con orari e tabelle di marcia bene organizzate, ma senza mai davvero incontrarsi.
“È felice, che sia re o contadino, colui che trova pace in casa sua”, scriveva Goethe, mentre Tolstoj affermava che “tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”.
Anche nell’agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è bene evidenziato il ruolo basilare delle famiglie (“…assicurare ai bambini e ai giovani un ambiente stimolante per la piena realizzazione dei loro diritti e la messa in pratica delle loro capacità” (n. 25), che impone ora una peculiare attenzione all’impatto della tecnologia sulla sana crescita dei bambini di oggi e di domani.
Nel preambolo della Convenzione Onu sui Diritti del Bambino, all’inizio degli anni ’90, veniva riconosciuto “il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia che lo protegga, trasmettendogli quei valori positivi che lo supporteranno per tutta la vita” ed il digitale è entrato quest’anno anche nella Convenzione internazionale sui Diritti dell’infanzia (con il riconoscimento del “Children’s Rights in relation to the digital environment”), con un’importante integrazione, che valorizza il ruolo fondamentale dei genitori.
La scelta di dedicare la giornata della famiglia 2021 all’impatto delle tecnologie è, dunque, legata all’importanza di stimolare una crescente presa di consapevolezza sul ruolo prioritario della genitorialità nella corretta ed equilibrata gestione dell’uso di dispositivi digitali, che mai dovrebbero surrogare le interazioni reattive tra i bambini o tra i bambini e i loro genitori, chiamati a mantenere un equilibrio appropriato tra la protezione del minore e l’autonomia emergente.
Non è solo una questione di divieto o di controllo: la digitalizzazione – esuberante ed esorbitante – all’interno dei confini della domus postula la comprensione, da parte degli adulti responsabili, del ruolo fondamentale che le relazioni sociali dirette continueranno sempre a svolgere nel delicato compito di forgiare la personalità e valorizzare in modo adeguato la crescita armonica delle capacità intellettive, emozionali e sociali del bambino.
Le tecnologie digitali possono contribuire, infatti, alla positiva crescita dei bambini, ma presentano anche il rischio di ostacolarne il sano sviluppo: per questo la tecnologia in ambito familiare diviene anche un tema di protezione sociale, che stimola la strategica importanza di campagne – cui sono chiamati tutti gli Stati – di sensibilizzazione sui diritti dei minori nell’ambiente digitale.