In data 16 dicembre 2020, la Grande Camera della Corte EDU ha pubblicato un’importante decisione relativa al ricorso interstatale Slovenia c. Croazia. Il caso riguardava i debiti contratti da varie società croate nei confronti della Ljubljana Bank, sulla base di prestiti concessi all’epoca dell’ex Jugoslavia. La Corte europea ha osservato che, ai sensi del l’art. 34 CEDU (ricorsi individuali), una persona giuridica può adire la Corte stessa, purché si tratti di una “ONG”. L’idea alla base di questo principio è quella di garantire che una parte contraente della Convenzione non possa agire come richiedente ed allo stesso tempo come convenuto, nella stessa materia. La Corte ha, dunque, dichiarato di non essere competente a conoscere della causa, con ciò, in qualche misura, comprimendo il “raggio d’azione”.
Per quanto riguarda i casi pendenti dinanzi alla Corte EDU, segnaliamo la comunicazione ai governi convenuti di un ricorso del 30 novembre 2020, presentato da sei ragazzi portoghesi di età compresa tra gli 8 e i 21 anni, supportati dalla ONG “Global Legal Action Network” in materia ambientale (cambiamenti climatici). I giovanissimi ricorrenti, lamentano la violazione dei propri diritti da parte di 33 Stati del Consiglio d’Europa causati dal mancato rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri CoE in ambito internazionale ed in particolare con la firma dell’accordo di Parigi del 2015, la c.d. Cop21. Il ricorso, secondo le disposizioni della stessa Corte, verrà trattato in via prioritaria.