di Francesca Toppetti
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 2018, ha istituito la Giornata mondiale dell’educazione, al fine di stigmatizzare l’estrema importanza della tutela di tale diritto per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile, sul presupposto – innegabile – che l’istruzione costruisca la base dell’uguaglianza e sia, quindi, un potente mezzo di contrasto della povertà.
Come non pensare alle parole di Malala, insignita nel 2014 a soli sedici anni del premio Nobel per la pace? Lagiovane ragazza pakistana ha ritirato il premio Nobel dicendo che “un bambino, un maestro, una penna e un libro possono cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo”, spiegando che la questa sua riflessione trae origine da quanto insegna un antico proverbio, secondo cui “La penna è più potente della spada”.
Significativo è certamente che la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, nel 1948, ha riconosciuto il diritto all’istruzione come diritto fondamentale dell’uomo e la Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nel 1989, indicava in modo espresso – tra le azioni attese dagli Stati firmatari – l’obiettivo di favorire la crescita della personalità del fanciullo, unitamente alle sue facoltà e potenzialità, per sviluppare in lui il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, promuovendo la comprensione e la tolleranza, per il mantenimento della pace nel mondo. E, del resto, già nell’esordio della Carta dell’UNESCO si legge che “è nelle menti degli uomini che devono essere costruite le difese di pace, perché l’ampia diffusione della cultura e l’educazione dell’umanità alla giustizia e la libertà e la pace sono indispensabili alla dignità dell’uomo e costituiscono un sacro dovere che tutte le nazioni devono adempiere in uno spirito di mutua assistenza e sollecitudine”.
Drammatico è pensare che, secondo i dati Unesco più aggiornati, oltre 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere e non hanno le minime nozioni di matematica di base. Una emergenza cui occorre dare risposta.
Per questo l’educazione equa ed inclusiva è stata individuata dall’Onu come una chiave di sviluppo sostenibile e, per questo, è inserita nell’Agenda 2030.
L’anno 2020 ha acceso i riflettori dell’opinione pubblica sul valore dell’istruzione e sull’importanza di garantire in modo equo l’accessibilità dell’insegnamento a tutti i bambini ed i ragazzi, in un dibattito che ha avuto origine dalle limitazioni imposte dalla pandemia.