Il 6 luglio 2020, la Corte di Strasburgo ha comunicato al governo italiano il ricorso Unione forense per la tutela dei diritti umani c. Italia presentato nel 2012 con l’obiettivo di accertare il contenuto discriminatorio di alcuni annunci ed inserzioni pubblicati sul noto periodico “Porta Portese” tra il settembre 2006 e il gennaio 2007, che riguardavano offerte di alloggi in locazioni o di lavoro, e che si rivolgevano esplicitamente solo a persone italiane, vietandone l’accesso a stranieri o, con una forma di discriminazione ancora più odiosa, genericamente a persone di colore.
“È gravissimo che lo Stato italiano possa consentire ad un periodico di pubblicare affermazioni discriminatorie come “no persone di colore” o “solo studenti/lavoratori italiani”. Confido che la Corte europea dei diritti umani condanni l’Italia per non aver adottato misure adeguate a reprimere tali condotte” afferma l’Avv. Prof. Anton Giulio Lana, Presidente dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani (UFTDU), autore del ricorso dinnanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
In particolare la Corte verificherà se vi sia stata, nel caso di specie, la violazione delle norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo relative al divieto di discriminazione ed al rispetto della privata sociale dei cittadini di colore o di origine extra-comunitaria residenti in Italia, cui gli inserzionisti hanno impedito, irragionevolmente, di accedere ad un’abitazione o ad un’attività lavorativa. I giudici nazionali avevano rigettato i ricorsi interni escludendo qualsiasi tipo di responsabilità in capo al direttore del periodico e non ritenendo configurata alcuna violazione delle norme penali dal momento che gli annunci in questione avrebbero costituto “mere proposte di contratto” espressive della “libertà negoziale in capo al soggetto dal quale provengono”.
“Dopo quasi quattordici anni dall’inizio della vicenda, si apre uno spiraglio affinché venga finalmente fatta giustizia nei confronti di tutti coloro che sono stati discriminati da quegli annunci e che sono stati ingiustamente privati della possibilità di accedere ad un’abitazione o ad un’attività lavorativa” conclude l’Avv. Lana.