di Maria Paola Costantini
L’assemblea plenaria del Parlamento europeo, con 387 voti favorevoli, 161 contrari e 123 astensioni ha approvato una risoluzione sulla tutela delle persone LGBT con riguardo non solo alla situazione della Polonia e all’Ungheria, ma anche a una condizione di discriminazione che concerne più in generale la protezione dei diritti di queste famiglie e dei bambini nati. Nella risoluzione, che ricostruisce il quadro giuridico e giurisprudenziale internazionale ed europeo nonché gli impegni già presi dall’Unione europea, si chiede esplicitamente al Consiglio e alla Commissione Europea di affrontare la questione della discriminazione in questi paesi, utilizzando gli strumenti a disposizione come le procedure di infrazione.
La risoluzione è rilevante anche su altri punti, tutti diretti a far sì che sia la Commissione sia il Consiglio intervengano con prontezza a
– adottare con celerità l’approvazione della proposta di direttiva sull’applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età ol’orientamento sessuale, dando così un segnale forte anche in merito all’adempimento degli Stati alla lotta alle discriminazioni;
– far sì che gli Stati rispettino la continuità giuridica dei legami famigliari dei membri delle famiglie arcobaleno e procedano per il riconoscimento dei certificati di nascita rilasciati da altri Stati membri, indipendentemente dal sesso dei genitori.
– costruire un approccio comune sul riconoscimento dei matrimoni e le unioni dello stesso sesso, invitando al rispetto delle norme dei Trattati
– condannare esplicitamente tutte le proposte e tutte le normative nazionali, regionali o locali che proclamano l’adozione di “zone libere da LGBT”
– invitare gli Stati a introdurre una legislazione pertinente per garantire il pieno rispetto del diritto alla vita privata e familiare senza discriminazioni e la libera circolazione di tutte le famiglie, comprese misure volte a facilitare il riconoscimento del genere legale dei genitori transgender.
La risoluzione richiama gli studi commissioni dallo stesso Parlamento Europeo, ponendo in luce la sussistenza di gravi e persistenti ostacoli alla libera circolazione, le discriminazioni, l’aumento di episodi di incitamento all’odio e dei reati generati dall’odio.