di Rainer Maria Baratti
La Corte europea dei diritti dell’uomo il 16 luglio 2021 ha comunicato il ricorso Tuleya c. Polonia (n.2) al governo polacco e ha chiesto allo Stato convenuto di presentare le proprie osservazioni entro il 10 settembre 2021. Il ricorrente, il signor Igor Zygmunt Tuleya, è un noto giudice polacco che ricopre un incarico giudiziario dal 1996 e che è attivo nella difesa dello “Stato di diritto” in Polonia. Il caso riguarda la sospensione dalle sue funzioni e la revoca della sua immunità giurisdizionale; il ricorrente lamenta una violazione degli artt. 6, co.1, 8 e 10 della CEDU.
Il 18 febbraio 2017 un ricorso interlocutorio riguardante un’indagine della procura su presunte irregolarità parlamentari che avevano impedito ai parlamentari di votare su una questione è stato presentato al giudice Tuleya presso il tribunale regionale di Varsavia, il quale ha ordinato ai procuratori di proseguire con le indagini.
Il governo polacco sostiene che il ricorrente ha divulgato informazioni sensibili del fascicolo d’indagine e, nel febbraio 2020, il pubblico ministero D.Z. ha chiesto alla Corte Suprema di revocare l’immunità giudiziaria di Tuleya al fine di accusarlo di reati legati alla divulgazione di informazioni a persone non autorizzate e all’aver agito a danno dell’interesse pubblico. Dopo varie fasi del procedimento, nel novembre 2020 il ricorrente è stato sospeso dalle sue funzioni e la sua immunità è stata revocata dalla Camera disciplinare della Corte suprema.
Il ricorrente, sulla base dell’art. 6, co. 1, (diritto a un equo processo), lamenta che la camera disciplinare non soddisfa i requisiti minimi di “un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge”. Secondo il giudice Tuleya il tribunale è statuto istituito dal nuovo consiglio nazionale della magistratura, il quale a sua volta era stato istituito in modo incostituzionale. Inoltre il ricorrente, sulla base dell’art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare), lamenta che la sospensione dalle sue funzioni ha danneggiato la sua carriera e la sua reputazione. Infine, sulla base dell’art. 10 (libertà di espressione), il ricorrente sostiene che la revoca sua immunità giurisdizionale era legata alle sue dichiarazioni che criticavano la riforma del sistema giudiziario portata avanti dal governo.