Strage sulle coste italiane. Si incendia un barcone con a bordo 463 persone; 151 i superstiti, 250 i dispersi e 94 le vittime, un numero destinato ad aumentare.
Roma 3 ottobre 2013-Alla luce della nuova tragedia che si sta consumando in questi momenti sulle coste di Lampedusa, l’Unione forense per la tutela dei diritti umani rinnova il suo impegno nel denunciare le politiche miopi e la mancanza di cooperazione tra Stati che ogni giorno condanna centinaia d’individui a rischiare, e spesso perdere, la propria vita nella speranza di un futuro migliore.
L’Unione riafferma la necessità di politiche di accoglienza più strutturate da parte di tutti i Paesi dell’Unione Europea, nonché una maggiore preparazione nel gestire i flussi migratori, soprattutto rispetto gli inevitabili aumenti conseguenti a periodi di crisi nei Paesi dell’area mediterranea.
L’Unione auspica una maggiore diffusione dei canali ordinari per il riconoscimento della cittadinanza e del diritto di asilo, che, come sottolinea il Segretario Generale Anton Giulio Lana, “faciliterebbero lo smistamento dei flussi migratori verso i Paesi di destinazione e garantirebbero controlli più efficaci e una maggiore tutela dei migranti. L’uso flessibile dei visti, le procedure di ingresso protetto che permettono ad un cittadino di uno Stato terzo di effettuare la richiesta di asilo già dal proprio paese di origine o da quello di transito, il reinsediamento di rifugiati da un Paese di primo asilo sono strumenti che gli Stati dovrebbero utilizzare con maggiore frequenza. Allo stesso modo – aggiunge il Segretario Lana – una efficace cooperazione tra l’Italia e i Paesi costieri nel combattere lo sfruttamento delle migrazioni di massa taglierebbe drasticamente il numero delle insensate morti in mare aperto”.
In coerenza con le sue attività L’UFTDU denuncia i fatti e aderisce all’ Appello per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo
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