di Valentina Rao
Il premio Sakharov 2023 per la libertà di pensiero è stato conferito a Jina Mahsa Amini e al movimento “Donna, Vita, Libertà” in Iran. Una protesta spontanea nata dalla morte violenta di Mahsa per mano della polizia morale dell’Iran, in risposta alla legislazione repressiva e alle politiche discriminatorie contro le donne in Iran.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che ha consegnato il premio ha dichiarato: “Quest’anno il premio Sakharov è un tributo a tutte le donne, gli uomini e i giovani coraggiosi in Iran che nonostante la pressione in aumento continuano a lottare per il cambiamento. Il Parlamento europeo è con voi e vi sostiene … Mahsa Amini ha sacrificato la vita per i diritti e la libertà delle donne in Iran e noi soffriamo con la sua famiglia”.
Alla premiazione non ha partecipato la famiglia di Jina Mahsa Amini. Il regime iraniano ha bloccato la partenza dei genitori e del fratello per la Francia. La famiglia è stata rappresentata a Strasburgo dall’avvocato Saleh Nikbakht, che ha letto un messaggio della madre di Jina Mahsa Amini, Mozhgan Eftekhari: “Il dolore di Jina è eterno per me ed è eterno per le persone di tutto il mondo. Credo fermamente che il suo nome, insieme a quello di Giovanna d’Arco, rimarrà un simbolo di libertà”.
Nel settembre 2022, la morte della ventiduenne iraniana di etnia curda, arrestata e uccisa per le percosse inflitte dalla polizia morale per non avere indossato correttamente il velo islamico, ha scatenato mesi di proteste in Iran, con la partecipazione di tantissime ragazze anche giovanissime che gridavano “Donna, vita, libertà”. A ritirare il premio anche le attiviste del movimento Afsoon Najafi e Mersedeh Shahinkar.