di Francesca Toppetti
Un leit motiv ricorrente ha percorso la mente di tutti coloro che hanno celebrato la Giornata mondiale dei diritti umani lo scorso 10 dicembre, nel ricordo della firma della Dichiarazione universale dei diritti umani avvenuta nel 1948: il potere detonatore del VIRUS Covid 19 rispetto alla fragilità dell’essere umano, nonché rispetto alla gravità delle ineguaglianze sociali ed economiche, che rendono ardua l’effettività della tutela dei diritti umani, che – invece – proprio in quanto diritti universali non devono (o almeno non dovrebbero) poter mai essere messi in discussione.
La pandemia, che renderà indimenticabile il 2020 nella storia moderna, impone di centrare l’attenzione su due essenziali necessità: da un lato, assicurare il diritto ad essere curati come parte costitutiva della effettività della tutela della salute e dall’altro curare il pianeta, attraverso scelte nuove e diverse, improntate all’etica della sostenibilità.
Il sistema europeo per la Tutela dei umani è pronto ad affrontare i problemi legati alla tutela del nostro Pianeta, come si evince dal fatto che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha finora statuito su oltre 300 casi in tema di problematiche di tutela dell’ambiente, invocando il diritto alla vita e le minacce allo stesso rappresentate dalle calamità naturali che l’inquinamento può innescare con evidente efficienza causale.
Non possiamo vivere sani in un pianeta che tale non è, per cui appare indiscutibile il fatto che il diritto fondamentale alla salute non possa ormai trovare una reale tutela senza il presidio attento alle tematiche legate al contrasto dei fattori di inquinamento ambientale.
Ogni giurista che senta il peso di essere tale può sentirsi ispirato a lavorare e combattere per ricostruire il senso di unità del genere umano, considerato che le questioni relative ai sistemi economici e alle relazioni tra i popoli e tra le persone sono strettamente connesse con quelle ambientali, come il Coronavirus ha dimostrato, costringendo il mondo a fermarsi e riflettere.