di Adriana Raimondi

Con la recente sentenza resa nel caso Niort c. Italia, la Corte EDU ha accertato la violazione degli artt. 3, procedurale (divieto di trattamenti inumani e degradanti), 6 § 1 (diritto ad un equo processo) e 39 della Convenzione in un caso riguardante la detenzione ordinaria di una persona affetta da gravi disturbi psichiatrici.

Il ricorrente, infatti, pur soffrendo di doversi disturbi psichiatrici ed essendo tossicodipendente, veniva detenuto in carcere dal 2017 sino aggi (dove tentava più volte il suicidio) senza ricevere un adeguato trattamento medico.

In particolare, la Corte, valutata la condizione di vulnerabilità del ricorrente, riteneva che le autorità nazionali non avessero dimostrato di aver considerato in modo sufficientemente rigoroso la compatibilità dello stato di salute del signor Niort con la detenzione in carcere, così violando gli obblighi procedurali imposti dall’art. 3 CEDU.

In proposito, i giudici di Strasburgo ribadivano il principio per cui “s’il n’y a pas une obligation générale de libérer un détenu pour raisons de santé, dans certaines situations le respect de l’article 3 peut imposer la libération d’un détenu ou son transfert dans un établissement de soins (voir paragraphe 85 ci-dessus). Cela se vérifie, notamment, quand l’état de santé du détenu est d’une telle gravité que des mesures de nature humanitaire s’imposent (voir, entre autres, Bamouhammad, précité, § 123) ou quand la prise en charge n’est pas possible en milieu pénitentiaire ordinaire, de sorte que le détenu doit être transféré dans un service spécialisé ou dans une structure externe (voir paragraphe 82 ci-dessus, in fine, avec la jurisprudence y citée, ainsi que les documents du Conseil de l’Europe cités au paragraphes 53-54 ci-dessus). La Cour rappelle également que les autorités internes doivent examiner ces questions de manière approfondie, lorsqu’elles décident de placer une personne souffrant de troubles psychiques en prison”.

Inoltre, la Corte riscontrava la violazione dell’art. 6 § 1 della Convenzione in ragione della mancata esecuzione di un provvedimento giudiziario che disponeva il trasferimento del ricorrente in una struttura penitenziaria più adatta alle sue gravi condizioni.

Infine, veniva accertata l’ulteriore violazione dell’articolo 38 CEDU per il mancato rispetto dell’obbligo, da parte dello Stato italiano, di fornire tutte le informazioni necessarie per accertare i fatti della causa.